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Saturday, July 09, 2005

Uno scontro trasversale alle civiltà

Ciò che dobbiamo difendere non è, o non è solo, la nostra identità di occidentali, quindi fatta delle famose radici giudaico-cristiane, o greco-romane, o illuministe (dibattito assai inutile). E gli altri? Tutte le altre culture, le altre civiltà? Sono fuori? Cosa ne facciamo? Le regaliamo al fondamentalismo? Come vittime o come complici? Dev’essere chiaro al mondo che l’occidente combatte il terrorismo non perché è anti-cristiano, ma perché è anti-umano. Combattiamo il terrorismo per difendere valori che riteniamo universali: «WE hold these Truths to be self-evident, that all Men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the Pursuit of Happiness…» Ciò che dobbiamo difendere non è, o non è solo, la nostra civiltà, come se le altre, a cominciare da quella islamica, non meritino la nostra difesa, ma è un modello di convivenza basato sulla libertà individuale e sulla democrazia, è un sistema di governo basato sulla separazione dei poteri, lo stato di diritto, la laicità dello Stato. Diritti soggettivi storicamente acquisiti per ogni essere umano. Sono insomma, principi che o sono universali e affermati come tali o non sono, e non possono essere difesi con successo. Il mio articolo su Notizie Radicali

La lettura dello scontro di civiltà proprio non regge alla prova dei fatti. Dovremmo per prima cosa indicare le civiltà protagoniste dello scontro. Islam e Cristianità? Islam e Occidente? Da quale parte dovremmo collocare tutti gli iracheni, musulmani, trucidati dal terrorismo islamico? Da quale parte tutti gli iraniani che desiderano libertà e democrazia contro il regime dei mullah? Da quale parte i libanesi che si sono liberati dal giogo siriano? Da quale parte i democratici egiziani che chiedono libere elezioni? E tutte le vittime di religione musulmana degli attacchi compiuti da Al Qaeda nei paesi arabi? E il re di Giordania Abdallah II che organizza il convegno per «liberare la fede islamica dalla violenza degli usurpatori»?

E' chiaro che non potremmo non metterli dalla nostra parte, anche se non fanno parte della nostra civiltà occidentale. Ma come potrebbero venire con noi se noi indichiamo la loro civiltà come nemica della nostra? Se crediamo che i nemici siano gli islamofascisti, dobbiamo chiederci se la guerra contro il nazifascismo fu o no uno scontro fra due civiltà, o piuttosto interno a una civiltà. Lo scontro vero stavolta è trasversale a tutte le civiltà. Fra alcuni valori che sono universali, e non appartengono a una sola civiltà, e un'ideologia politica il cui fine è l'oppressione e lo sterminio.

Non ho mai sentito il presidente Bush e il premier britannico Blair parlare di uno scontro fra civiltà. Entrambi subito dopo gli attentati hanno pronunciato parole di pace nei confronti dell'islam. Nessuno, neanche il "fondamentalista" Bush, ha mai utilizzato l'espressione anti-cristiano per definire il terrorismo. E' chiaro che uccidere civili innocenti non è un comportamento "cristiano", ma non è neanche un comportamento "islamico", non è un comportamento religioso. E' dall'uso politico dell'essere cristiani che ci dobbiamo guardare. Possiamo vincere, certo, militarmente, ma quale vittoria sarebbe se al prezzo di diventare come loro ci vorrebbero? Se non siamo consapevoli di ciò, abbiamo già perso, perché non riusciremo a portare dalla parte della libertà e della democrazia i cuori e le menti proprio di quel mondo che è persino più direttamente di noi sotto attacco: il mondo arabo.

Non si comparano tra loro le diverse civiltà, ma i sistemi di governo, quelli sì. E' chiaro, intendiamoci, che l'intero occidente è sotto attacco, ma non solo. La minaccia è universale. Ovunque si manifestano libertà e democrazia il terrorismo islamico là colpisce. Si potrebbe, certo, trattare con il fondamentalismo islamico, ma su quali basi? Se decidessimo di rimanere "occidentali", ma di ripudiare libertà e democrazia accettando di vivere in una teocrazia, nella stretta osservanza di una versione integralista, inevitabilmente eretica, della nostra religione, avremmo salva la vita. Avremmo salva la nostra civiltà. La Germania di Hitler aveva forse cessato di essere "occidente"?

Non dobbiamo fare lo stesso errore "razzista" di chi ritiene la libertà e la democrazia non esportabili. Libertà e democrazia forse li abbiamo scoperti noi come principi moderni per il governo buono e giusto, ma noi stessi li abbiamo definiti "diritti universali", non ci appartengono come "occidente", ma in quanto uomini. E noi siamo sotto attacco in quanto le nostre società sono fondate su questi valori universali. Così la pensa anche André Glucksmann
«Lo scontro è fra aree politiche, civili, religiose. C'è uno scontro all'interno del blocco arabo e uno all'interno del blocco occidentale, uno all'interno dell'est europeo e uno dentro l'Europa atlantica. L'intero pianeta è diviso tra chi vuol vivere in modo civilizzato e chi vuole vivere uccidendo i civili. Non c'è guerra tra le singole civiltà, ma all'interno dei singoli mondi, delle singole nazioni. Uno scontro transreligioso, transeconomico, che oltrepassa le frontiere fisiche e quelle morali, all'interno del quale si allunga la geografia dell'odio. Odio nichilista. L’odio khomeinista verso il diavolo occidentale, l'odio verso l'America, verso gli ebrei, verso i cristiani. Un odio che ha invaso il mondo musulmano e l'ha oltrepassato, debordando in Asia, in Russia e perfino in Europa, che odia l'America e insieme odia se stessa perché vive secondo modelli americani. Lo stesso asse Chirac-Schröder-Putin è un asse antiamericano. Non è uno scontro fra l'islam e la civiltà cristiana, ma fra differenti modi di vivere, dove l'odio è il collante e il fondamentalismo è la materia prima».
Solo in Italia si sente dare per la prima volta un connotato religioso allo scontro in atto. La parola sfuggita a Ratzinger, "anti-cristiano", ha un connotato politico e religioso che Giovanni Paolo II non ha mai voluto attribuire allo scontro in atto. E qui in Italia, dove viviamo forme deboli di democrazia e libertà, ci si trincera dietro le radici. Così l'editoriale terzista di Pierluigi Battista sul Corriere della Sera.

Accanto alla risposta militare, Bush e Blair hanno capito e intrapreso la risposta politica: democrazia e sviluppo.
«Quello che ora sappiamo, se non l'avevamo capito prima», ha concluso Blair, «è che dove c'è estremismo, fanatismo o estreme forme di povertà in un continente, le conseguenze non rimangono confinate in quel continente ma vengono esportate nel resto del mondo... Dobbiamo eliminare il problema alla radice. Il che significa aumentare la reciproca comprensione tra diverse religioni, aiutare i popoli del Medio oriente nel loro cammino verso la democrazia e risolvere il conflitto tra Israele e i palestinesi».

2 comments:

Anonymous said...

Bello...

Anonymous said...

ottimo.
cristianesimo e islam non c'entrano nulla.

a quello che hai detto aggiungo che lo scontro e' anche tra modernita' (sinonimo di occidentalita') forze reazionarie e conservatici, antitetiche alla modernita'.

se ti va piu' diffusamente ne ho parlato qua come recensione ad un libro (che ti consiglio di leggere!)
http://www.bloggers.it/ispirati/index.cfm?blogaction=permalink&id=707E2F4B-97C8-F302-443FC85E0D6CC135&file=blog_4_2005.xml